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Storia della tua vita


Autore Messaggio
Ale K
«Cylon» Cylon
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MessaggioInviato: Sab 03 Ott, 2015 11:04    Oggetto: Storia della tua vita   

Citazione:
Alla fine di cosa si parla?


Nel thread "Un libro che ti ha deluso" si parla di Ted Chiang e del racconto "Storia della tua vita".
Rispondo alle domande di chi lo critica (per il momento Davide Siccardi e Senji) qua, per mantenere pulito quel thrad che dovrebbe essere dedicato alla sana distruzione e non alla difesa. ^^

Parla in generale dell'eterno enigma del "Tutto è già scritto o siamo artefici del nostro destino".
Nello specifico del "E se tutto è già scritto, che senso ha vivere?"

Lo fa a partire del teorema di Fermat, molto suggestivo, la luce si comporta come un bagnino nel suo movimento da un mezzo all'altro (nel caso specifico aria-acqua): prende sempre la strada più rapida che nel caso specifico non corrisponde alla più breve.
Solo che il bagnino ha una coscienza per farlo, la luce no...
E' una cosa simile al risultato ottenuto da questo esperimento: http://megachip.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=120911&typeb=0 sulla natura della luce (corpuscolare/ondulatoria) solo che Chiang specula su un mondo in cui tutto è già scritto, partendo da un'affascinante speculazione fisica.
(Adoro l'uso della scienza per creare meraviglia)

Ma sto divagando... il punto è la domanda, "Che senso ha vivere se sappiamo già cosa accadrà in ogni istante?" Chaing prova a risponfdere dal punto di vista linguistico. Su quel particolare tipo di costruzione lessicale che prevede di rendere vera una cosa solo quando la si pronuncia. Fa l'esempio del matrimonio, in cui si sa già quel che accadrà, ma finchè non lo si vive, non si realizza.

Oh, non sto dicendo che è così.
Dico solo che è affascinante.
Ha mescolato linguistica, fisica e fantascienza e intimismo in maniera magistrale.
Mi inchino e spero che viva altri 3000 anni.

Tutto questo per dire perché a me è piaciuto. :p
Fedemone
«Time Lord» Time Lord
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MessaggioInviato: Sab 03 Ott, 2015 23:36    Oggetto:   

Se è lecito vorrei anche io difendere questo racconto - così come difendo la possibilità che non piaccia. Innanzi tutto stringo la mano ad Ale K per i suoi commenti, sempre intelligenti.
Di cosa parla? DI una donna che vorrebbe riconciliarsi con la figlia, sapendo bene le difficoltà di un rapporto genitoriale e anzi l'impossibilità. E non solo per il divario generazionale che può crearsi ma proprio per quel che accadrà. La coscienza di tutto ciò però non ferma l'amore di una madre né pregiudica la spinta, il sentimento, la voglia di dare un senso ad un rapporto che può sembrare compromesso fin dall'inizio. (e questo per non svelare il mistero del racconto a chi debba leggerlo, anche se le parole hanno un certo doppio senso).
"In fondo di che parla?" è una domanda che mi sono posto molte volte, con successo, senza (se mi chiedete l'opinione de La Certosa di parma di Stendhal, un grande classico certo, è che è un romanzo assolutamente vuoto, una sorta di harmony ante litteram senza pregi) talvolta con la consapevolezza che la domanda ha un senso solo fino ad un certo limite. Non sempre la fabula è più importante dell'intreccio (nei gialli ad esempi il modo in si narra è spesso più importante del fatto in sé, che può non andar oltre la banalità). Ne L'Amleto la storia si può riassumere in due righe: una regina si risposa con il fratello del re deceduto e al figlio gli rode il c**o. Non particolarmente interessante, no?
L'abilità di Chiang, a parte riuscire a maneggiare temi scientifici non banali e costruire trame particolarmente originali, è quello di calare comunque il tutto in un'ottica umana e carica di sentimento. Sfugge al sentimentalismo puro e semplice per mostrare invece come le persone si torcano di fronte agli eventi e come invece spesso riescono ad affrontare qualcosa di inesorabile. Riesce a trovare una spiegazione, forse non perfetta ma plausibile e per certi personaggi anche sufficiente, a grandi interrogativi. Qui è "che senso ha la vita se c'è predestinazione?", ne L?inferno E' L'Assenza di Dio, la domanda è "perché amare Dio, con quel che accade?" la risposta sta nel senso dell'amore, che non ha un fine o un vero perché. Forse non la risposta migliore del mondo, ma è quella che nella realtà muove non milioni ma miliardi di persone. Non muove me, ma la domanda - e la risposta - è assolutamente legittima.
Chiang riesce a dare spessore a scienziati che altrimenti sarebbero imbalsamati nel loro ruolo pseudo didattico di investigatori logici. Noiosi e onanisti nella loro ricerca puramente effimera nei meandri dell'improbabilità scientifica (Greg Egan scade così ad esempio). Qui abbiamo comuqnue persone il cui eroismo è la vita quotidiana e la sfida è sempre al loro itnerno, non solo contro qualche puzzle logico ma riuscire a diventare persone degne di questo nome (come accade anche La verità dei Fatti, la verità dei sentimenti - se non sbaglio il titolo dei uno dei suoi ultimi racconti usciti).

Che sia un classico per me è evidente (così come magari si può non amare classici come La Ricerca del Tempo Perduto):
- ha gli alieni, ma sono moderni, quindi non sono particolarmente invasori. Sono però doiversi, strani. Alieni appunto.
- la speculazione scientifica c'è ed è tale da soddisfare abbastanza il nerd che c'è in ogni lettore
- lo spessore umano potrebbe far trascender eil genere, senza contare tutte le domande che solleva (del tipo, la predestinazione)

Sono tutti elementi che rendono il racconto "eterno", fuori dal tempo, sicuramente non una qualcosa che risulterà facilmente invecchiato. insomma, un classico Smile
Davide Siccardi
«Horus» Horus
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MessaggioInviato: Dom 04 Ott, 2015 07:31    Oggetto:   

Fedemone ha scritto:
Se è lecito vorrei anche io difendere questo racconto - così come difendo la possibilità che non piaccia. Innanzi tutto stringo la mano ad Ale K per i suoi commenti, sempre intelligenti.
Di cosa parla? DI una donna che vorrebbe riconciliarsi con la figlia, sapendo bene le difficoltà di un rapporto genitoriale e anzi l'impossibilità. E non solo per il divario generazionale che può crearsi ma proprio per quel che accadrà. La coscienza di tutto ciò però non ferma l'amore di una madre né pregiudica la spinta, il sentimento, la voglia di dare un senso ad un rapporto che può sembrare compromesso fin dall'inizio. (e questo per non svelare il mistero del racconto a chi debba leggerlo, anche se le parole hanno un certo doppio senso).


Si va bene sono belle recensioni ma... mi aiutate a ricordare con precisione la trama? Smile
E' il racconto del/la linguista che parte da zero per interpretare il linguaggio di alieni per qualche ragione sbarcati sulla Terra e tutto concentrato sullo studio antropologico dell' alieno ed i fatti personali del protagonista?
Mi ricordate la trama piu' nei dettagli che sono passati anni e non vorrei confondermi con un altro dei, pochi, racconti di Chiang?

Se e' quello che ho letto io ribadisco che e' un bel racconto, semplicemente non e' un "classico" per un paio di ragioni: Chiang fa sfoggio di qualita' ma ha poco da raccontare (non ricordo nessun particolare piano di lettura: i diversi argomenti mal legavano tra di loro anche se erano splendidamente esposti. ma magari ricordo male io, aiutatemi un po' con qualche dettaglio sulla trama in piu') ed alla fine il racconto sembra piu' che altro un esercizio di stile, interessante, che non porta da nessuna parte; lo stile e le idee di Chiang non hanno avuto seguito e lui e' un autore poco proflifico.
Se scrivesse di piu', cosa che non fa mi pare di ricordare perche' ha un lavoro ottimamente retribuito che gli offre grandi soddisfazioni professionali, probabilmente lascerebbe il segno ed affinerebbe la sua narrativa.

Ma quando dico che e' in "zona Damon Knight" intendo dire che e', appunto, uno scrittore molto valido, che scrive racconti che si rileggono con grande piacere anche a distanza di anni ma il cui ricordo si confonde e comunque non impongono stile ed argomenti al genere.

Che poi e' un peccato, perche' ad esempio il tema dell' analisi linguista ed antropologica dell' alieno e' una delle grandi incompiute della fantascienza.

Sempre che non stia confondendo racconti diversi, piu' spoiler sulla trama sono graditi Smile
senji
«Horus» Horus
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MessaggioInviato: Dom 04 Ott, 2015 09:03    Oggetto:   

per AleK

Beh che io e te abbiamo gusti molto diversi ormai l'abbiamo appurato da tempo, Wink


Cmq tanto per parlare e visto che sembri averlo capito meglio di me, vediamo se come l'ho letto io è corretto (grossomodo, almeno).
Premetto che leggendolo il racconto ha cominciato a prendere una strada poco gradita pertanto ho aumentato la velocità e saltato via via diverse pag sopratutto di astruse spiegazioni grammaticali e ricordi filiali, ciò associato ad una certa complessità delle spiegazioni grammaticali e fisiche mi ha portato ad una comprensione approssimativa.


ATTENZIONE CIO' CHE SEGUE E' AD ALTO CONTENUTO DI SPOILER
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>
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in estrema sintesi la protagonista grazie alla sua progressiva e sempre maggiore comprensione della lingua aliena, che comporta una visione totalmente diversa della realtà che ci circonda comincia a “pensare” come loro, tanto che (in sostanza) vede il futuro che la aspetta come se fosse già accaduto (da qui per l'appunto storia della tua vita).
Di fronte a tale immensità che comprende il “sapere” di eventi molto negativi ed addirittura della morte della sua amata figlia in giovane età, viene proposto il grande interrogativo: se io so già che succederà qlcsa di tanto terribile vorrò cmq procedere nella mia vita per la strada che so già portare a tale tragedia?


Ho capito bene?


(...segue...)
Tobanis
«Antinano» Antinano
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Località: Padova
MessaggioInviato: Lun 05 Ott, 2015 10:24    Oggetto:   

A me era piaciuto molto, quando lo lessi. Ecco cosa ne scrissi quando lo commentai (aveva vinto il Nebula, ma non l'Hugo):

OCCHIO SPOILER


"Si narrano le vicende di una esperta in lingue, che viene assoldata dal Governo perché sì, sono arrivati gli alieni. Non assomigliano a nulla di conosciuto, non si capisce se parlano o tossiscono, e insomma, comunicare non è facile. Loro in realtà sono rimasti in orbita, e hanno mandato, in varie parti del globo, dei giganteschi “specchi” tramite i quali vedere e farsi vedere, parlare, sentire.
La protagonista, dialogando e alla fine apprendendo lingua e scrittura, comincia a ragionare come loro, in modo tale che il tempo, per lei, non è più una successione di eventi (come per noi umani, anzi, come per voi umani), ma una contemporaneità degli stessi, senza fare caso a presente, passato e futuro (l’ho sempre affermato anche io, siamo in due, dai). Ciò le dà modo di ricordare la figlia che le nascerà in futuro (Storia della TUA vita, il titolo, scritto in prima persona dalla protagonista che si rivolge alla figlia che nascerà), ricordare cosa farà, e alternare il racconto del rapporto con gli alieni ai discorsi che rivolge alla figlia, di cui conosce già la vita futura.
Ottime intuizioni, ottima tecnica dell’autore, un romanzo breve che a parte alcune ingenuità (penso dovute alla gioventù di Chiang, e forse anche al fatto che è maschio – e chissà se aveva figli) merita ampiamente di essere ricordato, letto e premiato. Bel finale, pure. Un 8 meritato e inevitabile, minimo otto, peraltro. Decisamente meglio di Oceanic, che l’anno prima lo battè per l’Hugo. Questo romanzo breve meritava la doppietta."


Per inciso, per i lettori di Locus è il migliore del XX secolo, nella sua categoria.
Davide Siccardi
«Horus» Horus
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MessaggioInviato: Lun 05 Ott, 2015 13:42    Oggetto:   

Tobanis ha scritto:

OCCHIO SPOILER

E ribadisco l' allerta.

Ok lo ricordo meglio adesso.
E' curioso che proprio Egan l' abbia battuto perche' alla base c'e' un' idea che torna spesso anche nella narrativa di Egan e che a me crea irritazione: direi la trasposizione narrativa del principio per cui fino a quando non osservi non esiste dal momenot che osservi esiste e fa danni.

Non basta comprendere un linguaggio per avere una visione sul futuro, manco fosse il detective olistico.
Simpatico concetto eh, ma allora dato che e' un'idea tirata per i capelli poi raccontaci un po' cosa sono venuti a fare gli alieni sulla terra perche' il cambio di registro narrativo era troppo forte.

Egan ha fatto di peggio eh: in un racconto semplicemente scoprire che "dall' altra parte dell' universo" (notare le virgolette eh) la matematica funziona diversamente manda in crisi la matematica sul nostro pianeta e tutto comincia ad andare a signorine.

Non mi garba proprio.

Comunque invece Oceanic di Egan meritava eccome il premio: e' la bibbia alla base di un certo modo di intendere la fantascienza e la scienza, rispetto al solito lo scrittore ha un' equilibrio "morale" molto forte e riesce a comunicare tutto il suo disprezzo per un certo tipo di indottrinamento senza sbracare o cadere in contradizioni. Ed in piu' e' molto ben raccontato e la storia non ha sbavature, cambi di tono, incoerenze.
Il tema e' come sempre caldo e per come e' stato raccontato se verra' in futuro rielaborato da altri scrittori potrebbe anche diventare un classico.
Potrebbe, chissa'.

Anche se a me sta un po' antipatico Egan ha diverse cartucce da sparare per il futuro: intanto e' stato il piu' bravo, completo, convincente e non noioso a raccontare la questione della creazione di nuova vita attraverso la riproduzione della propria matrice di personalita' all' interno di un software.
In Permutation City e' crudele ma onesto, tecnicamente convincente in alcune scelte (di semplificazione della realta' e nell' evoluzione della stessa), efficace nel dipingere il contesto in cui avvengono queste innovazioni, e cristallino nel distinguere la personalita' del programmatore da quella del programma e nel salto nel buio del programma neonato.

Quel romanzo e svariati racconti ne fanno un potenziale futuro "autore classico".
Ale K
«Cylon» Cylon
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MessaggioInviato: Gio 08 Ott, 2015 11:50    Oggetto:   

Rieccomi. Smile

@Senji: sì, grosso modo è così.

S
p
o
i
l
e
r

Diciamo che più che "vede il futuro" vive ogni istante allo stesso tempo.

Citazione:
direi la trasposizione narrativa del principio per cui fino a quando non osservi non esiste dal momenot che osservi esiste e fa danni.

E' comunque quanto discusso nell'articolo che ho linkato. Smile
Che poi possa non piacere è ok, ma c'è un certo dibattito sull'argomento.

In ogni caso è un po' diverso nel racconto: grazie allo studio di quel linguaggio ha scoperto cose che non sarebbe riuscita a scoprire senza. Però non ha alterato le leggi della fisica, le ha semplicemente comprese.
Che poi le abbia permesso di "vedere" il mondo come gli alieni, beh è la parte fantasiosa. Ma comunque funziona letterariamente, perché ci arriva piano... la sopsensione dell'incredulità fa in tempo ad attivarsi.

Quel che vengono a fare gli alieni... non si sa. Loro fanno parte del what if, la storia è quella della protagonista. E' un po' come in "Incontro con Rama"... cosa sia, come funzioni, a cosa serva, di chi sia... tutte cose che resteranno ignote al lettore.
senji
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MessaggioInviato: Gio 08 Ott, 2015 21:21    Oggetto:   

Aspettavo la tua risposta per continuare... visto che il tread l'hai aperto tu... Wink


Si, insomma... io Chiang lo leggo così... pag e pag di astruse spiegazioni o riflessioni personalistiche poco interessanti, oppure ricordi o descrizioni altrettanto noiosi: leggendolo si aspetta faticosamente dove vada a parare... poi solitamente in poche pag., si arriva al quid che francamente è sempre piuttosto banalotto, interessante...eh, ma certo niente di che, niente di “geniale”, di “spettacolare”, di “sorprendente”. Sarò stato prevenuto per la fama che lo accompagna(va) ma a me non ha mai suscitato niente di che, ne sono rimasto sempre deluso.

Anche questo caso non è diverso, inoltre ci si deve sorbire, come detto, un sacco di astruse spiegazioni grammaticali/fisiche + i noiosi ricordi ed anche il succo “semantico” della storia è un po' troppo non-plausibile (certo, serve a lui per arrivare alla questione... ma... ).
Ale K
«Cylon» Cylon
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MessaggioInviato: Ven 09 Ott, 2015 08:56    Oggetto:   

senji ha scritto:
Aspettavo la tua risposta per continuare... visto che il tread l'hai aperto tu... Wink

Non ero in condizioni... Sad

Comunque, a me piace proprio per le parti in cui mescola linguistica e fisica. Smile
Si può dire che il what if principale non sia tanto l'arrivo degli alieni, ma l'impatto che avranno sul futuro dell'umanità. ^^
Fedemone
«Time Lord» Time Lord
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MessaggioInviato: Ven 09 Ott, 2015 15:16    Oggetto:   

Personalmente penso che usare due registri in parallelo non nuoccia al racconto, anzi è una tecnica narrativa del tutto legittima che riflette anche il modo con cui poniamo verso il mondo. A volte siamo professionali e seri e altre volte siamo persone del tutto diverse.
Come si amalgamino queste due componenti nel racconto a me è piaciuto molto, è elegante e personalmente trovo che il personaggio principale semplicmente non acquisisca "deus ex machina" un potere particolare, ma che la comunicazione con gli alieni le abbia trasmesso qualcosa in più di un semplice messaggio. E' rimasta "contaminata" in qualche modo e deve convivere con ciò esattamente come un evento tragico incombe sulle nostre vite e dobbiamo conviverci.
E il lato umano del personaggio io l'ho trovato commovente, e penso che sia uno dei pochi autori che riesca a parlare dei sentimenti senza scadere nel melenso.
Se poi la cosa non piace, ripeto la trovo legittima, ma trovarla banale mi pare fuorviante...
E' un racconto pieno di idee, dalla genitorialità a spiegaizoni "eretiche" della fisica (e penso che difficilmente oggi possiamo avere una vera prova contro la predeterminazione, così come è sembre ambigua l'essenza della aleatorietà), dall'incontro con gli alieni veramente "alieno" al problema personale di come fare a vivere assieme alla propria coscienza, alla propria consapevolezza, al ricordo (qui un ricordo "futuro" addirittura) di un evento tragico.
Senza contare la soddisfazione che possono avere i nerd della tecnologia, con disquisizione argute (vuoi anche noiose, ma di sicuro non campate in aria e trattate con competenza) su argomenti disparati tra cui la linguistica.
E secondo me si può anche riflettere metanarrativamente, visto che i racconti sono linguaggio e messaggio. Le stesse disquisizione si potrebbero estendere al linguaggio in generale e quindi anche al racconto stesso.
Se non piace lo stile,a metà tra il trattato (Chiang è un divulgatore e scrittore di manuali se la memoria non inganna) e il "racconto rosa" (se mi passate la definizione) ovviamente non può far presa, ma penso che difficilmente si riesca a trovare un tale spessore nella narrativa non dico Sci FI, ma in generale. Se lo studio dell'umanità è nocciolo della letteratura in generale, questo è un racconto di letteratura che taglia i generi trsversalmente.

Personalmente ho trovato pochi autori capaci di affrontare temi dolorosi con tale efficacia (in genere ci si limita ad esporre un'evento tragico e mostrare quanto a fondo possa colpire) ossia con la punta di una speranza che è proprio dovuta ad una filosofia di vita differente, tanto basata sulla logica quanto su un sentimento positivo e ottimista. Quindi personalmente, visto i temi e l'esposizione, un classico.

Su questo fronte probabilmente se la contende con Ken Liu, dove le scelte difficili dei protagonisti riflettono un modo di approcciarsi al mondo e alle sfide che ci offre in un modo o nell'altro. E cerca di infondere il coraggio di certe scelte.
Davide Siccardi
«Horus» Horus
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MessaggioInviato: Ven 09 Ott, 2015 18:02    Oggetto:   

Fedemone ha scritto:

Su questo fronte probabilmente se la contende con Ken Liu, dove le scelte difficili dei protagonisti riflettono un modo di approcciarsi al mondo e alle sfide che ci offre in un modo o nell'altro. E cerca di infondere il coraggio di certe scelte.

Ken liu l' ho trovato piu' coerente: forse e' meno bravo, ma il suo racconto letto su robot mi e' piaciuto di piu'.
senji
«Horus» Horus
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Località: toscana
MessaggioInviato: Sab 10 Ott, 2015 10:10    Oggetto:   

Per Fedemone,
la tua bella analisi purtroppo non mi trova d'accordo, certo perlopiù è una questione di gusti ma...:
> il lato umano del personaggio (scusa eh, sarà per deformazione parentale ed amicale, un periodo intriso di nipoti e figli piccoli sparsi... francamente ne ho un po' le pa**e piene di quest' “argomento”) non mi sembra ne originale, ne brillante ne commovente, una sequela trita e scontata di amore genitoriale ripetuto e ripetuto.

> racconto pieno di idee, ... boh ? Mi sembra che di fatto ce n'è una e cioè quella “semantica” che è alla base del racconto, poi … Non so

> spiegazioni eretiche, insomma qualche astrusa teoria fisica messa a paragone dovrebbe affascinare ed affabulare?! Ri-sorry, non me.

> soddisfazione per nerd tecnologici, … ma dove? Francamente non direi proprio, vedi sopra.

> spessore narrativo e studio dell'umanità, … boh, sinceramente io non ho una cultura umanistica tale da fare confronti accurati, ripeto però che Chiang non mi stimola ne sorprende ne affascina in tal senso. Sai quanto è più affascinante o profondo Simak per es. Ma cmq siamo nuovamente nella sfera dei gusti personali.

Quello che invece mi è piaciuto del racconto è la rappresentazione di alieni veramente alieni, nella forma, nei contenuti, nel comportamento. Un'invenzione molto ben fatta e direi anche originale ed affascinante.

Per il resto, Pollice Verso 
Neil
«Ospite»

MessaggioInviato: Mer 21 Ott, 2020 11:37    Oggetto:   

Bellissimo capolavoro a me sono piaciuti moltissimi sia il racconto che il film.
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