Roma

Nirgal · Messaggi: 8003

Alla fine, visto l'incombere degli oscar mi sono deciso a vedere il film di Cuarón.
Che dire, non è certo un film facile, l'inizio è lento, nel finale cresce, per certi versi ricorda Boyhood, anche se come livello narrativo non ha la stessa ricchezza, visto che l'arco temporale è decisamente più breve.
La cosa che mi ha maggiormente impressionato è l'impatto visivo che riesce a trasmettere utilizzando il bianco e nero.
Maestoso, impressionante, c'è una solo parola per descrivere certe scene: Arte.
Nel complesso il film mi è piaciuto, anche se è all'inizio è stato un po' difficile da seguire.
La distanza culturale è molta, la vicenda fatica ad appassionare; si tratta della vita quotidiana di una famiglia nella città del messico agli inizi degli anni '70, quindi non certo qualcosa vicino a noi.
Con il proseguire della storia iniziano ad emergere nuovi elementi esterni alla vita famigliare, ma capaci di influire sul destino dei protagonisti e questo da decisamente maggior spessore alla storia.
Vediamo come grandi fenomeni sociali sfiorino semplicemente la vita della protagonista, avendo tuttavia un impatto devastante su di essa.
Alla fine è un film che parla della famiglia, intesa come nucleo di persone che si amano, e di come questa sia il "porto sicuro" in cui rifugiarsi mentre "navighiamo" la nostra vita.
Sicuramente chi ama il cinema d'autore lo troverà un ottimo film, per gli altri potrebbe essere pesante superare l'inizio.
Personalmente ritengo che valga la pena vederlo, come mi sono accorto scrivendo questo post, è un film che continua a crescere dentro.

Tobanis · Messaggi: 20999 Località: Padova

Questa sarà una recensione polemica e non oggettiva. Il film non mi è piaciuto ma per onestà dovrei dare una sufficienza, anche un 6/7. Ma non è sempre Natale, dunque dirò che questo film è sul nulla, è il nulla. Rispolvera in pratica i ricordi di infanzia di Cuaron, il regista, nato a Città del Messico nel ’61, che ambienta tutto ad inizio anni ’70, nel quartiere benestante di Colonia Roma, addirittura di fronte a quella che fu la sua vera casa da bambino. Fine. Sono ricordi interessanti? No, Sono ricordi per i quali è pure necessario un film? No (sempre a mio parere). Si può obiettare che ci danno uno spaccato della società messicana degli anni ’70, cosa di cui non vedevo l’ora, ne sentivo un bisogno quasi fisico. Da questo spaccato si capisce che i ricchi vivevano benino, per non dire molto bene, mentre i poveri no. I poveri vivevano piuttosto male, spesso costretti a lavori umili a casa dei ricchi. Una sorpresa. E ci voleva un film, per dirlo? Scopriamo l’acqua calda? In definitiva, l’inutile drammatizzazione delle cose comuni della vita. Non dico delle banalità della vita, sarebbe eccessivo, ma del quotidiano della vita, con i suoi alti e bassi, sì.
Non bastasse, il film è una rotta di maroni. Lasciamo stare il bianco e nero e la lingua originale, con sottotitoli, pena infernale di fantozziana memoria. In realtà il bianco e nero è di straordinario nitore, forse una delle cose più belle del film, e la lingua originale è spesso lo spagnolo, piuttosto comprensibile, e poi ci sono i sottotitoli.
Non è quello. E’ che qualcosa capita dopo 45’, prima il nulla. Ed è lei che confessa a lui di essere incinta. Lui dice, beh, è una bella cosa, scusa un attimo vado al bagno….sparito, scomparso, fuggito. Una merda d’uomo, come verrà chiarito in seguito. Però la scena sarebbe comica, se non fosse drammatica…poveraccia la protagonista.
La durata del tutto è eccessiva, due ore e un quarto, mi pare, e assieme a quanto sopra, oltre allo schifo di un cane che caga dappertutto nel cortiletto, mi fa dare uno sbagliato ma giustificato, dal mio punto di vista, voto di 3-4.
Sia chiaro, diciamo i fatti veri: il film ha fatto gridare al miracolo la critica, che in un delirio onanista è rimasta folgorata che San Paolo a Damasco era un dilettante. Va a Venezia e vince il Leone d’oro. Meritato? Boh, sarebbe da vedere gli altri, ma già avrei preferito First man – Il primo uomo, piuttosto. Vince il Golden Globe per film straniero e regia. Va agli Oscar, vince l’Oscar per migliore film straniero, regia e fotografia. E aveva altre 7 nomination. Critica entusiasta, insomma, pure a Film Tv. Grande pubblico, pure contento, comunque, per onestà va detto, per quanto molto grande sto pubblico non sarà stato: il film ha incassato poco o nulla, un flop al botteghino (ma aveva costi modesti, un piccolo flop), facendo sospettare che questo sia il classico film di cui tutti parlano senza averlo visto, magari perché fa un po’ figo, chissà. Per chi vuole, è su Netflix.

mikronimo · Messaggi: 2787 Località: dove mi mandano quando rompo...

Non avendolo visto dico una cosa scioccante: è "semplicemente" lo squallore del tipo di film che fa si che la critica ne canti sperticate lodi... cosa vista e rivista... il flop al botteghino (non che il pubblico in generale e il suo giudizio sia una garanzia assoluta) ne è la precisa testimonianza: alla gente la vita comune, gli uomini di merda, le disgraziate lasciate sole dopo che si sono subite il tradimento ideologico dell'uomo di merda, etc. non importa niente... sono le cose vissute direttamente o da chi si conosce bene; ecco perché, se invece, la donna cercasse l'uomo e lo riempisse di calci dove li sente bene e a fin di bene, sarebbe stato sicuramente un maggior successo...

Nirgal · Messaggi: 8003

Il film è uscito in un numero molto ristretto di sale, il numero sufficiente a farlo entrare in concorso agli oscar (è quello che faceva netflix in epoca pre covid per competere agli oscar), quindi gli incassi sono quelli.

Poi io l'ho visto e devo dire che ti è mancato quel click ti ha fatto immergere, la sensazione di noia mortale è capitata anche a me, magari è proprio l'inizio Very Happy

.
Solo che ad un certo punto c'è stato proprio una "folgorazione sulla via di Damasco" e WOW Usti

.
Facevo i confronti con gli effetti speciale di Black Pather (suo competitor per gli oscar di quell'anno) e mi chiedevo come l'impatto visivo di un film simile potesse essere superiore.
Oppure il profondo femminismo (scena simbolo la ragazza in cinta che fa la posizione yoga dell'albero), specialmente a confronto di un altro film degli oscar di quell'anno (La favorita), sbandierato come simbolo del femminismo (personalmente l'ho trovato rivoltante quel tipo di idea).

Certo se non ti scatta il click, è veramente una noia mortale Laughing

Tobanis · Messaggi: 20999 Località: Padova

Beh alcune cose...
-) sì lei poi cerca il tizio ma come detto, si conferma una persona squallida, poi si vedrà che non solo è squallido, è proprio un coglione, una persona malvagia...e lei un'ingenuotta, a essere generosi
-) sì uscì in poche sale ma è il solito discorso, ha incassato poco perchè è uscito in poche sale o è uscito in poche perchè a nessuno interessava? Stette fuori non poche settimane, direi più la seconda.
-) niente click, vero, anche se in un paio di punti il film ha delle accelerate di interesse.
La scena di yoga sfiora il patetico, nessun allievo ce la fa e lei sì, ma dai, ce la faccio anche io

Nirgal · Messaggi: 8003

Tobanis ha scritto:

Beh alcune cose...
-) sì lei poi cerca il tizio ma come detto, si conferma una persona squallida, poi si vedrà che non solo è squallido, è proprio un coglione, una persona malvagia...e lei un'ingenuotta, a essere generosi

Io l'ho vista come una rappresentazione di un certo machismo tipico dei paesi sud americani.
Mi era capito di parlare con degli immigrati di quelle zone e le storie che raccontavano erano molto simili (parlo post 2000, non 1970).
In pratica appena una ragazzina arriva sui 14/15 anni il rischio era quello di essere messa incinta e abbandonata oppure trovarsi sposata con un marito che passava il tempo a ubriacarsi e fa niente mentre lei lavorava ...

Citazione:

-) sì uscì in poche sale ma è il solito discorso, ha incassato poco perchè è uscito in poche sale o è uscito in poche perchè a nessuno interessava? Stette fuori non poche settimane, direi più la seconda.

No, da quanto ne so, il regolamento degli oscar prevedeva che per competere un film doveva stare in sala almeno 7 giorni consecutivi prima di essere disponibili in ogni altra forma.
Quindi netflix usava quello stratagemma, per il semplice motivo era l'unico modo per portare film agli oscar.
Poi ovviamente come produttore il suo interesse è quello di avere gente che si abbona, non di incassare nei cinema, anche perché quei soldi li devi dividere con distributori e sale.
Poi ovviamente un film del genere ha già un pubblico di nicchia, ma lo stesso metodo è stato usato, per esempio, con The Irishman (qui esamina tutti i problemi collegati) e Marriage story.

Citazione:

-) niente click, vero, anche se in un paio di punti il film ha delle accelerate di interesse.
La scena di yoga sfiora il patetico, nessun allievo ce la fa e lei sì, ma dai, ce la faccio anche io

Su dai non è così semplice la prima volta, io lo facevo con la WII e non è così immediato. Riguardo la ragazza, non so come sia essere incinta Smile

, magari la condizione ti costringe a migliorare l'equilibrio o la scena è un'iperbole.
Penso che l'idea si quella di ridicolizzare queste figure ed i loro discepoli, ma al contempo mostrare che la vera forza di quella società, sono queste donne silenziose, che nella loro condizione di "inferiorità" sono l'unica forza che consente di andare avanti.
L'istruttore/boss dimostra quanto queste figure siano ridicole, in realtà sono offrono un mix di qualunquismo, demagogia e pura e semplice brutalità

Fai login per partecipare

Roma