Occhio piccolo spoiler.
Che fatica che ha fatto questo film a decollare, caspita. Per quasi un’ora va avanti che mi pareva quasi un film tv, poco in tutto, col ritmo sbagliato e secondo me per “colpa” della scelta di mettere un protagonista (intendo l’attore) non all’altezza, tanto che la sua prova non mi è poi piaciuta in tutto il film. Per fortuna poi a metà si decolla, la storia prende molto di più e insomma la seconda ora ti tiene là incollato. La storia è quella vera, seppure romanzata, di un addetto alla sicurezza che individuò una bomba in un parco, messa da un pazzo durante le Olimpiadi in USA. L’ordigno esplose, facendo due morti e vari feriti, ma la sua azione ridusse di molto le perdite. Ci mise poco l’FBI, che non sapeva che pesci prendere, a incriminare come presunto colpevole lo stesso eroe che aveva salvato vite umane. I media, poi, ci sguazzarono, su una storia simile, coadiuvati da tutta la gente che ha la passione morbosa per queste storie e poco altro da fare, e che garantisce grandi ascolti e buone vendite nei giornali, condannando senza aspettare un eventuale processo (che non ci fu). Dico come andrà a finire, perché è storia: il tizio era un eroe, e basta. L’FBI brancolò nel buio per 6 anni, fino a che trovò il vero colpevole, il quale confessò pure, se no magari erano ancora là che lo cercavano. Il film si prende varie licenze, sarebbe quasi il caso di dire varie vendette. La giornalista che pubblicò lo scoop sull’eroe “dinamitardo”, ad esempio, è vista come un troione, disponibile ad andare a letto con chiunque, per la carriera (versione poi smentita dal suo giornale, nella realtà). Nel complesso sono per un 7, anche se critica e grande pubblico sono stati molto più magnanimi, nei voti. Al botteghino il film andò male; la Bates (madre del protagonista, nel film) venne candidata all’Oscar, senza successo. Il film si rintraccia su Netflix. |
