Film in costume e pseudo storico (sono in realtà innumerevoli le licenze “non storiche” che si prende il regista), ambientato a fine Seicento inizio Settecento, alla corte inglese, dove la debole regina è comandata dalla sua favorita. Arriva a un certo punto a corte anche la cugina di tale favorita, una Emma Stone che farà qualunque cosa (letteralmente) per la sua scalata sociale. Fine. Nel senso che il film è questo: intrighi di corte, invidie, alleanze, tradimenti, e alla via così. Non che il tutto sia male o non funzioni, anzi, questo anche malgrado una gran volgarità gratuita nel parlato di tutti i protagonisti. Io sarei per un sette, il classico voto ad un film caruccio, che però non è un filmone. Mi era sempre scappato, questo film, anche perché ero curioso di vederlo, dato che ebbe dieci (!!) eccessive candidature all’Oscar. E una sola a segno, meritata: migliore attrice a Olivia Colman, decisamente ottima nella parte della Regina. Il film partecipò alla Mostra di Venezia, battuto da Roma, un film che non mi piacque per nulla. Arrivò “secondo”, se si può dire, con il Leone d’argento per il Gran premio della giuria. Anche qua, la Colman vinse per la migliore attrice. Agli Oscar il film partecipò pure nella categoria Migliore film, battuto da Green book (come giusto che sia). Costato sorprendentemente poco, ebbe un buon riscontro al botteghino. |
