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Lettere da un passato futuro


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Autore Messaggio
il_Cimpy_Spinoso
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MessaggioInviato: Mar 22 Mar, 2022 06:33    Oggetto:   

Meno male, perché ho avuto parecchio da fare. E non ho ancora finito
Fantawriter
«Dalek» Dalek
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MessaggioInviato: Gio 24 Mar, 2022 19:47    Oggetto:   

19/07/1870
Io sono un traditore. Solo ora nello scrivere queste poche parole comprendo quanto sia profondo il tradimento verso il mio popolo e verso gli stessi esseri umani.
Sono schiacciato da questa verità che fa di me un rinnegato ed un vigliacco.
Il sistema di sicurezza si aprirà fra cento anni. A quell’epoca dovreste essere in grado di comprendere le informazioni militari che ho posto dentro il cristallo e preparare la difesa per l’imminente invasione.
Oggi mi sono arruolato. Partirò per il fronte fra tre giorni. Non utilizzerò nessuna tecnologia per difendermi. Spero che una palla mi porti via veloce. Sono giorni che non riesco a dormire. Il vino non ha più sapore. Solo l’amore di Lucille e la sua grossa pancia che nasconde mio figlio mi danno la forza per rinnegare i valori dell’Espansione e la mia stessa esistenza.
Queste righe che scriverò in questi giorni prima di partire per la guerra sono la storia del cittadino euristico imperiale di prima classe Sztyllin. Chiunque legga questa mia prego di essere indulgente : comprendete le motivazioni che mi hanno spinto all’inganno e portate la valigetta di sicurezza alle autorità competenti.
Spero che i miei figli, di tutti e due i mondi, mi possano perdonare.

Atterrai sul satellite del terzo pianeta della stella primaria. Il dipartimento aveva rilevato una curiosa banda di ossigeno sul pianeta roccioso. Toccava a me indagare. Ero alla mia terza e ultima missione. Presto avrei ricevuto i gradi di seconda classe e avrei ottenuto il trasferimento a terra riunendomi al mio clan dopo duecento anni galattici di servizio attivo.
Come euristico di prima classe la mia missione solitaria era di verificare l’esattezza dei dati del dipartimento astronomico e valutare i vantaggi dell’espansione sul pianeta. In caso di valutazione positiva avrei attivato il radiofaro e atteso la flotta imperiale continuando a spiare l’evoluzione dell’eventuale specie intelligente.
Il pianeta si rivelò un tesoro di inestimabile valore. Ferro, magnesio, azoto e sopratutto acqua  allo stato liquido in enormi quantità. Un bottino simile sarebbe passato negli annali  della storia dell’Espansione. Sarei divenuto un eroe dell’impero. Esaminando i dati dal satellite del pianeta mi vedevo promosso alla quinta classe per decreto imperiale. Avrei avuto la possibilità di fondare un clan con il mio nome ed ottenere perfino un pianeta per la mia discendenza.
La specie dominante era un bipede di poche centinaia di milioni di unità con cognizioni scientifiche e tecnologiche inesistenti. Sarebbe rimasto ben poco di quel mondo quasi vergine. L’espansione non sarebbe stata più facile. Quanto ero stolto. La mia vanità era pari alla mia cupidigia.
Attivai il radiofaro e dopo la seconda rivoluzione del satellite decisi di infiltrarmi nell’agglomerato  più grande ed evoluto di quella specie.

Era ormai oltre un anno che stavo tra questi assurdi  esseri, per i quali era normale comportarsi senza onore creando dolore e morte ai membri dello stesso clan. Decisi che per comprendere quella strana razza dovevo immergermi nella loro realtà. Non potevo rischiare di sottovalutare nel mio rapporto una specie tanto primitiva. Iniziai a cercare il soggetto appropriato nei fumi d’alcol dei cafè.  Non ci volle molto tempo. Ebbi la fortuna di incontrarne un giovane appena arrivato a Parigi. Doveva vedersi nel locale quella sera con un certo Gleyre. Il tizio lo avrebbe ospitato presso la sua bottega e gli avrebbe insegnato un’attività ricreativa, molto in voga in quella cultura primitiva, chiamata pittura. Dopo alcune chiacchiere e molti bicchieri di vino, volli uscire a prendere una boccata d'aria. Bazille era mezzo brillo e non ebbe nulla da obiettare. Lo disintegrai dopo le solite scansioni strutturali ed epidermiche. Rientrai nella taverna con il suo aspetto appena in tempo per vedere un tipo grassoccio con due enormi baffi venirmi incontro. La mia opera di infiltrazione era appena iniziata, e avevo già ucciso un uomo che si era dimostrato gentile offrendomi da bere per un poco di compagnia. All’epoca non facevo caso ai terrestri e non provavo nessun sentimento tranne la repulsione per quei bipedi puzzolenti.
il_Cimpy_Spinoso
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MessaggioInviato: Ven 25 Mar, 2022 06:53    Oggetto:   

Buono, Fantawriter.

Per un momento ho pensato che fosse atterrato nel paleolitico, però, e che quindi la sua specie vivesse quei due o tre milioni di anni. Poi mi sono ricordato che "poche centinaia di milioni" era effettivamente troppo per la popolazione in epoche così remote. Però tra il 1750 e il 1800 si passa da circa 600 milioni a circa 900 - poche centinaia è fuorviante

"La specie dominante era un bipede di poche centinaia di milioni di unità con cognizioni scientifiche e tecnologiche inesistenti - avevano appena scoperto l'elettromagnetismo, ne avevano di strada da fare."
Fantawriter
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MessaggioInviato: Lun 28 Mar, 2022 11:43    Oggetto:   

Giusto, sistemo
Fantawriter
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MessaggioInviato: Ven 01 Apr, 2022 21:17    Oggetto:   

Finito. Cosa ve ne pare?

Salì a fatica sul camioncino e grugnì un saluto all’autista. La gamba gli doleva sempre la mattina. Girò lo sguardo e contò solo sei ragazzi nel retro del furgone.
- Olivier? - chiese ai colleghi dietro.
- Febbre!– rispose uno che non stava dormendo.
Bignaux fece un altro dei suoi rumorosi grugniti e inviò un messaggio all’ingegnere. Il rimpiazzo non sarebbe arrivato prima dell’indomani e quella mattina avrebbe dovuto sostituire l’uomo malato. La sua squadra doveva smantellare tre tramezzi al piano terra e finire di intonacare una parte del piano superiore. Il furgone si fermò al numero nove dell’Avenue di Clichy. Le altre squadre erano già arrivate e stavano scaricando il materiale dai camion.
- Andate a fare colazione. Ci vediamo fra mezz’ora – disse ai suoi uomini – Pierre lavori con me questa mattina, buttiamo giù i tramezzi del piano terra.
Bignaux si massaggiò la gamba destra. Quella fitta gli sembrava come un cacciavite rigirato nella coscia. Prese dallo zaino del pranzo la bottiglia di vino e ingollò una vigorosa sorsata per placare il dolore.

L’ingegnere arrivò di prima mattina, e si congratulò con i caposquadra perché stavano rispettando i tempi di consegna. Anche se era americano non era male, pensò Bignaux. Avevano comprato l’intero palazzo e adesso ne volevano fare un centro commerciale moderno. Un altro pezzo di Francia venduto al maggior offerente.
- Davvero qui c’era un cafè e ci veniva Manet? - chiese Pierre al lavoro dall’altra parte del locale.
- Già – rispose Bignaux.
- Tu sei di queste parti, vero?
- Poco più su , ci abitavo con i miei da bambino.
Ogni tanto Bignaux era costretto a fermarsi. La bottiglia di vino si svuotava velocemente.
Attaccò l’ultimo tramezzo, mentre Pierre insacchettava i calcinacci dei muri smantellati. Inviò un paio di imprecazioni quando si accorse che era un doppio muro.
-Vuoi un aiuto? - chiese  Pierre.
-Porta fuori quei sacchetti. Voglio finire per l’ora di pranzo - brontolò..
Riprese ad attaccare con la mazzetta, quando colpì qualcosa di metallico. Un tubo di piombo, pensò.
Picchiò più forte e la parte di muro davanti a lui si sgretolò. Un contenitore di metallo lucido cadde ai suoi piedi. Era liscio e senza nessun graffio anche se lo aveva colpito un attimo prima con una mazza di acciaio da dieci chili. La serratura era aperta. Alzò il coperchio e dentro trovò una decina di fogli scritti a mano. In alto a destra il primo foglio riportava la data 18 luglio 1870.
-Sicuro che ce la fai? - chiese Pierre che era tornato da fuori.
-Mi riposo solo un poco – coprendo con i calcinacci lo strano contenitore e aggiunse – Hai fatto?
-Ancora un paio di viaggi.
- Sbrigati! Poi avvisa gli altri di andare a pranzo.
Bignaux infilò il contenitore nello zaino. Il resto della giornata lavorò sforzandosi di non andare a leggere quei fogli. Aveva trovato di certo qualcosa di valore. Forse il diario di qualche pittore famoso, magari c’era anche qualche disegno di valore. Le tribolazioni erano terminate. Sarebbe diventato ricco. Avrebbe portato la moglie in uno di quei paesi caldi dove andava la gente con i soldi, e la gamba non gli avrebbe fatto più male.

Arrivò a casa tutto eccitato. La televisione era sintonizzata sulla missione degli americani. L’uomo avrebbe camminato per la prima volta sulla Luna. Bignaux grugnì degli ordini che solo la moglie poteva comprendere. Veloce la donna spense la televisione e sparecchiò la tavola già pronta per la cena. La pulì come se fosse destinata ad un’operazione chirurgica. Aprirono lo scrigno di metallo e allinearono i dodici fogli scritti a mano. Erano stati scritti dal 18 al 20 luglio 1870 e la firma era di un certo Jean Frederic Bazille. Rimasero delusi. Speravano in un Cézanne, un Renoir, si sarebbero perfino accontentati di un Pissarro, ma non sapevano proprio chi fosse questo Bazille.
Tuttavia, Bignaux non si perse d’animo. Prese il primo foglio ed iniziò a leggerlo ad alta voce.

18/07/1870
Io sono un traditore. Solo ora nello scrivere queste poche parole comprendo quanto sia profondo il tradimento verso il mio popolo e verso gli stessi esseri umani.
Sono schiacciato da questa verità che fa di me un rinnegato ed un vigliacco.
Il sistema di sicurezza si aprirà fra novantanove anni. A quell’epoca dovreste essere in grado di comprendere le informazioni militari che ho posto dentro il cristallo e preparare la difesa per l’imminente invasione.
Oggi mi sono arruolato. Partirò per il fronte fra tre giorni. Non utilizzerò nessuna tecnologia per difendermi. Spero che una palla mi porti via veloce. Sono giorni che non riesco a dormire. Il vino non ha più sapore. Solo l’amore di Noemie e la sua grossa pancia che nasconde mio figlio mi danno la forza per rinnegare i valori dell’Espansione e la mia stessa esistenza.
Queste righe che scriverò in questi giorni prima di partire per la guerra sono la storia del cittadino euristico imperiale di prima classe Sztyllin. Chiunque legga questa mia prego di essere indulgente : comprendete le motivazioni che mi hanno spinto all’inganno e portate la valigetta di sicurezza alle autorità competenti.
Spero che i miei figli, di tutti e due i mondi, mi possano perdonare.

Atterrai sul satellite del terzo pianeta della stella primaria. Il dipartimento aveva rilevato una curiosa banda di ossigeno sul pianeta roccioso. Toccava a me indagare. Ero alla mia terza e ultima missione. Presto avrei ricevuto i gradi di seconda classe e avrei ottenuto il trasferimento a terra riunendomi al mio clan dopo duecento anni galattici di servizio attivo.
Come euristico di prima classe la mia missione solitaria era di verificare l’esattezza dei dati del dipartimento astronomico e valutare i vantaggi dell’espansione sul pianeta. In caso di valutazione positiva avrei attivato il radiofaro e atteso la flotta imperiale continuando a spiare l’evoluzione dell’eventuale specie intelligente.
Il pianeta si rivelò un tesoro di inestimabile valore. Ferro, magnesio, azoto e sopratutto acqua  allo stato liquido in enormi quantità. Un bottino simile sarebbe passato negli annali  della storia dell’Espansione. Sarei divenuto un eroe dell’impero. Esaminando i dati dal satellite del pianeta mi vedevo promosso alla quinta classe per decreto imperiale. Avrei avuto la possibilità di fondare un clan con il mio nome ed ottenere perfino un pianeta per la mia discendenza.
La specie dominante era un bipede di poche centinaia di milioni di unità con cognizioni scientifiche e tecnologiche inesistenti. Avevano appena scoperto l'elettromagnetismo e ne avevano di strada da fare. Sarebbe rimasto ben poco di quel mondo quasi vergine. L’espansione non sarebbe stata più facile. Quanto ero stolto. La mia vanità era pari alla mia cupidigia.
Attivai il radiofaro e dopo la seconda rivoluzione del satellite decisi di infiltrarmi nell’agglomerato  più grande ed evoluto di quella specie.

Era ormai oltre un anno che vivevo tra quelli che ritenevo esseri spregevoli, per i quali era normale comportarsi senza onore creando dolore e morte ai membri dello stesso clan. Decisi che per comprendere quella strana razza dovevo immergermi nella loro realtà. Non potevo rischiare di sottovalutare nel rapporto una specie tanto primitiva. Cercai il soggetto appropriato nei fumi d’alcol dei cafè.  Non ci volle molto tempo. Ebbi la fortuna di incontrarne un giovane appena arrivato a Parigi. Doveva vedersi nel locale quella sera con un certo Gleyre. Il tizio lo avrebbe ospitato presso la sua bottega e gli avrebbe insegnato un’attività ricreativa, molto in voga in quella cultura primitiva, chiamata pittura. Dopo alcune chiacchiere e molti bicchieri di vino, volli uscire a prendere una boccata d'aria. Bazille era mezzo brillo e non ebbe nulla da obiettare. Lo disintegrai dopo le solite scansioni strutturali ed epidermiche. Rientrai nella taverna con il suo aspetto appena in tempo per vedere un tipo grassoccio con due enormi baffi venirmi incontro. La mia opera di infiltrazione era appena iniziata, e avevo già ucciso un uomo che si era dimostrato gentile offrendomi da bere per un poco di compagnia. All’epoca non facevo caso ai terrestri e non provavo nessun sentimento tranne la repulsione per quei bipedi puzzolenti.

19/07/1870
All’interno del mio corpo vivevano due esseri: l’euristico di prima classe e il ragazzo ricco fuggito dalla propria famiglia. A causa della replica neurale sentivo tutta la bramosia di vita di quel giovane dentro le mie viscere aliene. Non ricordo quando successe che dimenticai la mia missione.
Semplicemente avvenne. Davanti allo specchio non vedevo più un terrestre. Dedicai tutto me stesso alla pittura. Perso a disegnare ginocchia, nasi , braccia, mani e corpi nell’atelier di Glaire il mio pensiero si svegliava la mattina col nome arte e si coricava mai sazio la sera. Paventavo con tutto il mio essere una nuova pittura che potesse evocare l’assordante caduta di una foglia autunnale e la sconcio desiderio nell’incarnato della modella che avevo davanti.
Andavo a trovare ogni nome nuovo di cui si parlava, ogni nuova arte emergente, ma incontravo sempre i soliti letterati che pensavano che la pittura fosse raccontare drammi dentro colori tetri.

Una sera mi trattenni più del solito nell’atelier per la prova del Macbeth con gli altri allievi. In una delle sale di disegno vidi un operaio cencioso. Non rispose a nessuno dei miei saluti. Mi avvicinai al tizio. Non si accorse neppure della mia presenza. Stava disegnando un polpaccio, poi un altro e un altro ancora. Ai suoi piedi c’erano decine di fogli. Il suo tocco era lieve e profondo. Il carboncino guizzava preciso. Lo aspettai più di un’ora all’uscita e mentre si incamminò verso l’Osservatorio gli dissi – Abito in rue Campagne-Primarie. Ti accompagno.
In quel modo conobbi Renoir e mezz’ora più tardi un gendarme stava per arrestarlo. Era così con lui. E insieme a noi quella primavera si aggiunse il caro Sisley e quel dandy di Monet. Grazie a loro ebbi dei veri fratelli. Mi sentivo parte dell’umanità. Un’ umanità sporca, sconcia, stupida, sottosviluppata ma così piena di grandezza da offuscare l'ineluttabilità del cosmo. Fu un’ epifania deflagrante per un cittadino dell’impero la cui essenza era l’espansione.

20/07/1870
La parte più difficile l’ho lasciata in questa mia ultima lettera. Noemie. Noemie. Noemie. Dentro il tuo nome si nasconde il mio mondo. Quando qualcuno leggerà questa lettera saremo morti, ma l’amore che provo per te e mio figlio è pari alla mia vergogna. Due settimane fa mi hai detto che eri incinta. Ero seduto sul divano e c’era quella luce che filtrava come un faro dalla tenda. Era tutto perfetto. Piansi dalla gioia. Poi mi ricordai dell’espansione, dell’impero e  di me. Perdonami. Spero di fermarli. Spero che i figli dei nostri figli non dovranno perire per causa mia.

Il rabbino che ci ha presentato ti farà pervenire una rendita che vi farà vivere in modo dignitoso. Lo stesso è il custode della lettera con l’ubicazione di questa valigetta. Ha il compito di tramandarla a persone di sua fiducia e di farla pervenire alle autorità lo stesso giorno in cui si sbloccherà la serratura : il 20 luglio 1969.
 
Terrestri insieme a queste lettere troverete un cristallo olografico. Dovreste aver già acquisito le capacità tecnologiche per leggerlo. In questo caso riuscirete a sviluppare anche tutti i mezzi difensivi e offensivi per opporvi all’espansione. A quell’epoca l’impero sarà già arrivato da venti dei vostri anni sulla parte nascosta della Luna. Visto la mia prematura morte e la putrefazione del mio cadavere non potranno rilevare la mia impronta sul pianeta. Il protocollo, in questo caso, prevede che l’Espansione sia ritardata di sessant’anni per ulteriori accertamenti.
Vi stanno spiando. Monitorano il vostro comportamento. Valutano la vostra tecnologia.
Costruite i progetti che vi ho lasciato in grotte profonde almeno centoventi metri sotto il suolo. Non usate nessun tipo di tecnologia per comunicare informazioni riguardanti i piani di difesa.
Sopratutto non andate sulla Luna. E’ importante che non mettiate mai piede sul vostro satellite.
Chiedo solo alle autorità di non divulgare alla mia progenie la mia vera identità.
Perdonatemi. Spero che avremo un futuro.  



-Tutte stupidaggini – Bignaux lanciò i fogli sul tavolo. Andò all’angolo del salotto come faceva ogni sera per rilassarsi e accese il suo baracchino. La moglie rimise i fogli dentro la valigetta e si sedette davanti alla televisione.
- Cosa stanno facendo adesso gli astronauti, Michel?
-Adesso stanno dormendo. Si riposeranno fino alle ore 5:37 di domani mattina, poi scenderanno dal LEM e metteranno i piedi sulla Luna.
-Tutto qui?
-Tutto qui
-Tu riusciresti a dormire?
-Io, proprio no. Credo che prendano dei tranquillanti.
-A me ci vorrebbe una scatola di tranquillanti, Michael
Mentre i due speaker della televisione continuavano a scherzare presi dall'euforia dell’allunaggio, Bignaux seduto davanti al suo baracchino cambiò canale.

- Che cosa era? Che diavolo era? Lo vorrei proprio sapere.
-Che c'è? Non funziona? Controllo missione chiama "Apollo-11 “
-Avete una spiegazione? Questi aggeggi sono giganteschi, signore... Enormi! Oh, Dio! Non ci credereste...! Vi dico che ci sono altre astronavi laggiù, allineate sul bordo del cratere... sono sulla Luna per osservarci!
Da Houston cominciarono ad urlare - non preoccupatevi, attenetevi al programma!
- Mio Dio, ma è incredibile, questo è fantastico, non lo potreste mai immaginare! - rispose Armstrong
- Sappiamo di questo, andate dall'altra parte! - ordinò Houston
- Allora è una forma di vita quella! - gridò Armstrong
Da Houston persero anche loro il sangue freddo e cominciarono ad urlare di cambiare canale e di usare la frequenza criptata per le emergenze - Cambiate frequenza, usate “Tango”, “Tango”!
 
il_Cimpy_Spinoso
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MessaggioInviato: Sab 02 Apr, 2022 05:41    Oggetto:   

Buono.

Ho solo qualche appunto

1)un typo

Citazione:
Paventavo con tutto il mio essere una nuova pittura che potesse evocare l’assordante caduta di una foglia autunnale e la sconcio desiderio nell’incarnato della modella che avevo davanti


La sconcio ?


2)il muratore alcolizzato

Citazione:

Quella fitta gli sembrava come un cacciavite rigirato nella coscia. Prese dallo zaino del pranzo la bottiglia di vino e ingollò una vigorosa sorsata per placare il dolore.
(...)
La bottiglia di vino si svuotava velocemente


Certo, tra uomini di fatica si beve, anche, ma di base a pranzo, non alle 5 o 6 o 7 di mattino prima di iniziare il lavoro - che poi non si sollevano le carriole e si cade dai ponteggi.
Cioè, forse è meglio dire che "avrebbe voluto prendere la bottiglia di vino dallo zaino" ma invece strinse i denti e tenne duro. Almeno fino alle 12:00.


3)il finale

Buono, ma forse era anche migliore fermarsi ad un accenno di Armstrong che parla di astronavi e poi staccare e passare al giorno dopo, con la famiglia in gabbia, ultimo souvenir della terra.

Oppure

Poi come vuoi, che la storia è la tua, però Hustpn che chiede di cambiare frequenza e usare "Tango" è poco credibile - piuttosto allora una brusca fine delle trasmissioni, col nostro muratore e famiglia che guardano perplessi una tv che non trasmette più nulla... (e il lettore può immaginare: Huston ha chiuso per riservatezza, e tutte le trasmissionicon lui, senza nemmeno mettere il segnale di "le trasmissioni riprenderanno più avanti" o gli Alieni hanno iniziato l'invasione partendo dal classico "blocca le trasmissioni dei nemici"?)

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È anche vero che, 60 anni dopo - circa
2029...?
Fantawriter
«Dalek» Dalek
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MessaggioInviato: Sab 02 Apr, 2022 10:40    Oggetto:   

Citazione:
il muratore alcolizzato


In quegli anni il caffè non lo beveva nessuno in cantiere. Il vino scaldava e curava la cirrosi.

[quote]3)il finale /quote]

Ho ripreso una teoria complottista e una registrazione che gira dal 1979
http://www.ufonet.it/archivio/apollo-ufo.htm
http://www.ufoforum.it/viewtopic.php?p=363955#p363955


Citazione:
È anche vero che, 60 anni dopo - circa
2029...?


Ho continuato con le teorie complottiste inserendo numeri sessagesimali.



Mikronimo che ne pensi?
il_Cimpy_Spinoso
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MessaggioInviato: Sab 02 Apr, 2022 13:09    Oggetto:   

La sconcio è ancora lì.

Per il finale, come credi, va anche bene

Per il muratore alcolizzato: d'accordo ma dici davvero che iniziavano a bere in cantiere fin dal mattino presto? E mentre abbattevano muri? Comunque passi anche questo. Vediamo che dice Mikro
Antha
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MessaggioInviato: Dom 03 Apr, 2022 16:06    Oggetto:   

Interessante
il_Cimpy_Spinoso
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MessaggioInviato: Dom 03 Apr, 2022 23:55    Oggetto:   

Intanto Mikro non si fa vivo dal 7 di marzo.

Confesso che sono un po' preoccupato
Fantawriter
«Dalek» Dalek
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MessaggioInviato: Dom 24 Apr, 2022 14:57    Oggetto:   

Mikronimo che faccio posto sul Blog?
mikronimo
«Kal-El - Kriptoniano»
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Località: dove mi mandano quando rompo...
MessaggioInviato: Dom 24 Apr, 2022 15:25    Oggetto:   

Fantawriter ha scritto:
Mikronimo che faccio posto sul Blog?

Bè, si, mi pare che tu abbia dato tutte le rifiniture e le informazioni residue per concludere la storia... quindi alea iacta est... Mr. Green
Fantawriter
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MessaggioInviato: Dom 24 Apr, 2022 18:01    Oggetto:   

daje!
Fantawriter
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MessaggioInviato: Lun 25 Apr, 2022 01:31    Oggetto:   

Postato il racconto del Ten Forward:
https://fantawriter.wordpress.com/lettere-da-un-passato-futuro/
Ho fatto alcuni miglioramenti al blog, cosa ne pensate?
il_Cimpy_Spinoso
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MessaggioInviato: Lun 25 Apr, 2022 07:06    Oggetto:   

Ummm

Intanto, manco un typo nel racconto, bravo.

Però non so se merito di stare tra gli autori, sono solo un misero correttore di bozze.

Poi i miglioramenti al blog - sarò onesto, non ho capito quali: hai cambiato carattere? Hai riordinato il menù? O magari si notano solo da PC?
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