Sorrentino passa a parlare della propria vita, della propria giovinezza, in questo film, ed è un “rischio” che paga, perché alla fine il film funziona, prende, avvince, e si segue volentieri fino alla fine. Sorprendentemente bravo il ragazzo che impersona l’alter ego di Sorrentino (Filippo Scotti, quasi all’esordio); la domanda piuttosto è: quanto è romanzato e quanto è reale, in ciò che si vede? Sorrentino era veramente così, un po’ sfigato, un po’ no, senza amici, sempre in mezzo a decine di parenti che magari sarà stata anche la norma, a tempo, ma che palle, però? Il regista ha già detto che non tutto quello che si vede è autobiografico, ma molto sì. Sia come sia, un film interessante a cui darei un 7 o 7,5: bella storia, molto ben diretto, bei personaggi e cast molto buono. Ho trovato anche singolare il fatto che la colonna sonora sia, di fatto, assente. Peccato, perché Sorrentino ha gusti simili ai miei, dunque molto (molto) buoni, e il ragazzo protagonista è di fatto sempre con le cuffiette….non mi sarebbe spiaciuto sapere cosa sentisse. Il film partecipò a Venezia, dove giunse “secondo” (Leone d’argento – Gran Premio della Giuria) e il ragazzo vinse il premio come migliore attore emergente. E’ entrato nella cinquina per l’Oscar al film straniero….non credo vincerà, ma spero di sbagliare e incrociamo le dita. Apparve brevemente in sala ma per finire subito sulla piattaforma Netflix. |
