Bel post, bell'articolo e bell'argomento.
Sono d'accordo e... non sono d'accordo.
Sono per il confronto sereno sulle idee politiche, figuriamoci su prodotti di intrattenimento, quindi concordo col messaggio di "peace and love".
Però è anche vero che questi prodotti sono spesso pensati per creare dei legami emotivi tra spettatori, personaggi e storia. La stessa serialità, ormai caratteristica anche delle saghe cinematografiche, ha l'ovvio scopo (commerciale) di fidelizzarci e, quando il prodotto è fatto bene, ci riesce alla grande. Non solo ci fa sentire parte di quel mondo immaginario, ma ce lo fa sentire (ingannevolmente) "nostro". E in alcuni casi a questo si aggiunge anche un proprio vissuto personale (luogo, persona, periodo) che magari ci lega ancora di più a quel film o libro o fumetto. Insomma spesso vengono toccate delle corde molto più profonde di quanto ci si aspetterebbe da un prodotto di "semplice" intrattenimento. Non dovrebbe stupire quindi che lo stravolgimento di una storia che ci ha coinvolto, di un personaggio che abbiamo amato, scateni reazioni estreme alla Annie Wilkes
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Al netto di chi polemizza, provoca e contraddice per il gusto di farlo, che nel mucchio non manca mai e che di solito non porta alcun valore, per gli altri un po' di fondamentalismo (nelle opinioni, non nei modi) secondo me non guasta. Anzi rende più interessante il confronto.
