Ho sempre considerato il termine
fantascienza (così come l'equivalente anglosassone
science fiction) discutibile e fuorviante.
Cosa vogliamo rappresentare con questo termine ? Obbligatoriamente un racconto fantastico con una componente scientifica ? Un
deus ex machina metallico che d'improvviso scende dal nulla a giustificare il senso della storia narrata ? Io penso che, al più, tale termine possa aver senso se utilizzato per definire una
sottocategoria, qualcosa che ci aiuti a catalogare il libro posseduto in una libreria od in una biblioteca. E' un (brutto) termine ereditato direttamente dalle riviste pulp di Hugo Gernsback, assolutamente non omnicomprensivo.
Inizialmente parlerei di letteratura
fantastica, ovvero una forma del racconto che parte (od arriva...) da/a considerazioni che in qualche modo si pongono fuori dalla realtà che conosciamo (o crediamo di conoscere). Anche sul concetto di
reale ci sarebbe da discutere... ma lasciamo stare o cadiamo nella metafisica...
Sotto la definizione di
fantastico creo due (e solo due) sottocategorie:
- il fantasy, che attinge direttamente dal mito e dall'epica, senza alcuna velleità realistica ma con una forte componente emotiva ed a volte
morale
- il fantastico
speculativo, che raccoglie tutto il resto.
Nel fantastico speculativo la componente
non realistica avrà (ma non è indispensabile) una sua giustificazione teorica... si tratti di scienza tout-court, di anticipazione o di una
diversa interpretazione della realtà che percepiamo.
Frankenstein, ovvero il Prometeo moderno della Shelley viene spesso riportato, con argomenti validi, quale primo esempio della fantascienza... solo perché l'eterna lotta fra l'Uomo e Dio si arricchisce di cavi elettrici e strani alambicchi... nasce con questo la
fantascienza moderna ? Ne siamo sicuri ? Bergerac che va sulla Luna con un pallone (o che propone di andarci su di una cavalletta metallica con propulsione... a razzo !) è forse meno fantascienza della Shelley ? Il ns Cyrano attingeva dalle conoscenze dell'epoca, come la Shelley nel 19° secolo, e le portava alle estreme conseguenze.
La
speculazione ha permesso in ogni epoca, e sotto ogni
regime, notevoli vie di fuga da censure (e roghi)... Swift con il suo Gulliver scrive un'altissima opera morale e politica, che meriterebbe oggi e sempre un attenta lettura, utilizzando il fantastico (ma non il fantasy... non c'é compiacimento fine a se stesso in quel che scrive) come mezzo per parlare... d'altro: cosa che ritengo tutt'ora assai nobile, al di là dell'ovvia componente d'intrattenimento collegata ad ogni opera che possa venir etichettata come fantastica. A questo riguardo anche il buon Dante potrebbe dire qualcosa...
Perché non sopporto il termine fantascienza ? Semplice: come dicevo è molto limitato. Il
what if? (che confesso di amare particolarmente, da appassionato di storia lo trovo stimolante) è forse fantascienza ? Di certo non è fantasy. La classica ucronia con i nazisti (od i confederati) vittoriosi presuppone forzatamente l'ingrediente scientifico ? Non credo proprio... Oltretutto questo termine,
fantascienza, crea a priori una forma di autoghettizzazione, l'inserimento della stessa fra altre forme di
solo intrattenimento povere, popolari... al più conosciute da una ristretta cerchia di
persone non proprio normali... L'escamotage Leopardiano dei colloqui fra i pianeti è sublime per Benedetto Croce (e non è forse
speculazione?) , mentre lo stesso Croce stigmatizzava e condannava la
fantasia nella narrativa come qualcosa di sbagliato, di contrario all'ordine divino (quanto male ha fatto quest'uomo alla cultura italiana... checché se ne dica...).
Orwell, un vero mito, è stato anche un grande scrittore di
fantascienza... ma mai sentirete la cultura ufficiale definirlo così...
Quel
bischero (senza offesa, fate conto l'abbia detto il mio conterraneo Benigni) di Cofferati dice di amare Dick, e sottolinea che quella di Dick
non è fantascienza...
Caro Coffy, non c'hai capito molto...
La cultura ufficiale usa ancora questo termine come un offesa, qualcosa di riduttivo. Perché dobbiamo continuare ad usarlo anche noi ?
Molta colpa va anche a famosi autori, come Asimov, che hanno sempre sguazzato in questo termine, riconoscendo di appartenere ad una nicchia.
Io non la penso così.
In ultima analisi, parafrasando Wilde, credo che per prima cosa esistano le opere scritte bene e quelle scritte male, in seconda istanza c'é chi si avventura nella pedissequa rappresentazione del vero (questa si, impresa fantastica...) e chi preferisce affrontare la realtà creandone una parallela... forse ancora più reale.
Il concetto di 'letteratura speculativa' non è certo una mia invenzione, ne parla ancora nei primi anni 70 l'ottimo Brian Aldiss, sicuramente migliore come critico che come scrittore, nel suo saggio
Un milione di anni (temo assolutamente introvabile al momento, perlomeno in italiano). Dubito potrai meritare il
bacio accademico dando troppo credito alle speculazioni di un povero infermiere quale il sottoscritto altrimenti...
E, riguardo ai
generi, ricorda una massima di quel mattacchione di Theodore Sturgeon...
Il 90 % della fantascienza è spazzatura, così come il 90 % di qualsiasi altra forma di letteratura.
Salute e Latinum per tutti !