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Tobanis
«Antinano»
Messaggi: 20999
Località: Padova
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 Inviato: Ven 21 Feb, 2020 17:27 Oggetto: |
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Ho letto il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei.
E' un libriccino del 1610, scritto in latino (ma l'ho letto tradotto), dove il 46enne professore di matematica di Padova racconta le sue incredibili recentissime scoperte (gennaio febbraio sempre del '10).
Racconta che per farle usò un cannocchiale (non si capisce se fatto costruire, se comprato, se addirittura comprato e spacciato come sua invenzione o suo miglioramento, fatto sta che ne comprendeva perfettamente il funzionamento e si disse fece fare delle lenti a Murano), di cui già aveva parlato al Doge, per informarlo anche di eventuali usi militari.
Ma, pare incredibile (almeno a me), nessuno lo aveva ancora puntato al cielo, di notte. Meraviglia delle meraviglie.
Descrive la Luna, che non è liscia ma anzi irregolare, piena di crateri e montagne, montagne molto più alte di quelle terrestri (che sottostima, ma mi pare abbia ragione su quelle seleniche, sulla Luna ci sono montagne altissime). Non è che tutti pensassero che la Luna era liscia, ma vedere che in definitiva è un po' come la Terra fu uno shock.
Sulla Luna Galileo è un po' pesantino, più entusiasmante quando punta le lenti sulle stelle (si accorge che rimangono di fatto uguali, non ottiene ingrandimenti apprezzabili, se non per la luminosità). Dice che voleva disegnare qualche costellazione, ma che si accorge che le stelle ora sono troppe, rispetto a quelle a occhio nudo.
Disegna la cintura di Orione, e non tutta la Costellazione; poi, somma meraviglia, realizza che le nebulose sono un magnifico scrigno di stelle, in realtà. Le stesse Pleiadi ora sono uno spettacolo magnifico, un insieme di tante stelline (se vi è capitato, lo capirete, è uno spettacolo). Fa un disegno di queste e qualcun altro ancora.
Ultimo ma non ultimo, punta su Giove e scopre i suoi 4 satelliti maggiori, che illustra nelle varie nottate di osservazione (anche questo, pesantino) e che dedica ai signori di Toscana, chiamandoli Medicei.
Il libro venne stampato in 550 copie, andate subito esaurite (chissà ora quanto vale una copia originale) e da subito quanto scritto ebbe enorme eco. Si dice che quando raccontarono il contenuto a Keplero, lo stesso fu preso da una gioia incontenibile.
Il libriccino è caruccio, un po' ostico, un po' ripetitivo, non letteratura eccelsa; sulla sua importanza invece inutile aggiungere molto. |
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| Inviato: Lun 24 Feb, 2020 11:01 Oggetto: |
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| Tobanis ha scritto: | Ho letto il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei.
Racconta che per farle usò un cannocchiale (non si capisce se fatto costruire, se comprato, se addirittura comprato e spacciato come sua invenzione o suo miglioramento, fatto sta che ne comprendeva perfettamente il funzionamento e si disse fece fare delle lenti a Murano), di cui già aveva parlato al Doge, per informarlo anche di eventuali usi militari.
Ma, pare incredibile (almeno a me), nessuno lo aveva ancora puntato al cielo, di notte. Meraviglia delle meraviglie.
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Il cannocchiale in verità è più complesso, ha una lente in più del telescopio galileiano.  |
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Tobanis
«Antinano»
Messaggi: 20999
Località: Padova
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| Inviato: Lun 24 Feb, 2020 13:19 Oggetto: |
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In realtà lui lo chiama proprio cannocchiale, nel libro, sarà poi successivamente che altri aggiungeranno una lente ai nuovi cannocchiali (o telescopi, come venne proposto di chiamarli l'anno dopo l'ucita del libro).
Fatto sta che il cannocchiale era un'invenzione recentissima, di un anno - un anno e mezzo precedente al lavoro di Galileo. |
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| Inviato: Lun 24 Feb, 2020 14:09 Oggetto: |
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| Tobanis ha scritto: | In realtà lui lo chiama proprio cannocchiale, nel libro, sarà poi successivamente che altri aggiungeranno una lente ai nuovi cannocchiali (o telescopi, come venne proposto di chiamarli l'anno dopo l'ucita del libro).
Fatto sta che il cannocchiale era un'invenzione recentissima, di un anno - un anno e mezzo precedente al lavoro di Galileo. |
Interessante.
Per un uso militare, la lente in più è indispensabile, vedere il mondo sottosopra non è utile in guerra. |
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senji
«Horus»
Messaggi: 2760
Località: toscana
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| Inviato: Lun 02 Mar, 2020 12:29 Oggetto: |
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Su ispirazione di Tobanis ho letto anch'io Amleto, precisando che non avevo mai letto di Shakespeare prima.
Mi è piaciuto ma forse non ho le basi per poterlo apprezzare a pieno o giudicarlo un capolavoro. Quello che mi ha davvero colpito è la straordinaria attualità, potrebbe essere stato scritto pochi anni fa invece di oltre 400 (a parte, ovviamente, lo stile). Esperienza interessante, forse bisso con Re Lear che mi pare di aver capito è fors'anche meglio... |
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Tobanis
«Antinano»
Messaggi: 20999
Località: Padova
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| Inviato: Lun 02 Mar, 2020 14:41 Oggetto: |
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Intanto mi sono letto La tempesta, sempre di Shakespeare.
Lettura he replico dopo boh, 35 anni? Fatto sta che la ricordavo (molto male). Pensavo fosse un'opera minore, neanche ben riuscita, un po' un deludente canto del cigno del Bardo (siamo in effetti alle sue ultime opere).
Tutte balle. L'opera è ottima, magari non un capolavoro, ma è una gran bella cosa, e minore un paio di ciuffoli. Tutto è architettato al meglio da Prospero, ex duca di Milano e mago a tempo pieno, che padroneggia Ariel e altri spiritelli, e che riesce a riprendersi il Ducato, dare in sposa la figlia a un ottimo partito e ad avere la sua giustizia, senza infierire.
La pagina di Wiki italiana su questa opera è un insieme di inesattezze, ingenuità, teorie al limite e pure credo alcuni veri e propri errori.
La storia non è ambientata nel Mediterraneo, come suppone un po' cretinamente chi ha steso la pagina (o quel pezzo): non si sa dove. E' poi probabile che il Bardo trasse ispirazione da un fatto vero, dalla cronaca di una nave che andava nella nuovissima colonia americana e che aveva fatto naufragio. L'anno dopo, quando ormai si dava per persa la nave e morti quelli a bordo, giunse in Inghilterra la notizia che la barca era intera ed erano tutti salvi.
La pagina su Wiki poi cita addirittura che esisterebbe una versione della Tempesta con note a margine dello stesso Shakespeare....mah, non ho approfondito ma mi permetto di pensare che sia una cazzata. |
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| Inviato: Lun 02 Mar, 2020 19:18 Oggetto: |
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| Rdaneelolivaw ha scritto: | Finito un classicone: Dieci piccoli indiani
NOTA: il titolo non ha nulla a che vedere con quello originale, inoltre nel libro non si parla di indiani, ma di negretti. Boh! |
Molto godibile. Ho visto anche alcune trasposizioni televisive.
Consiglio caldamente la lettura.
L'assassino è il maggiordomo. Ma fino all'ultima pagina non si capisce! |
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| Inviato: Dom 08 Mar, 2020 23:12 Oggetto: |
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| Tobanis ha scritto: | Intanto mi sono letto La tempesta, sempre di Shakespeare.
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Mi hai fatto venire in mente che l'avevo studiata per un qualche esame di Letteratura Inglese, ma per il resto ho rimosso tutto.
Ricordo solo che Ariel è un maschio e questa cosa ha cozzato con i miei ricordi della Sirenetta. 
Avevo visto anche Prospero's Books e non mi era dispiaciuto, non ricordo se fosse oggetto d'esame o meno.
Però sicuramente non la rileggerei, ricordo di averla trovata un po' pesante. |
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Tobanis
«Antinano»
Messaggi: 20999
Località: Padova
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| Inviato: Mar 31 Mar, 2020 11:04 Oggetto: |
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Finito Enrico VIII, di Shakespeare.
Dire opera minore, buona soprattutto all'inizio, ma direi quasi irrisolta e alla fine servile mica poco, con l'elogio incondizionato alla regina Elisabetta (che era morta non da molto) e a re Giacomo (re a quel tempo). Direi non indispensabile e non tra le migliori di Shakespeare, con cui a questo punto ho finito. |
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| Inviato: Sab 11 Apr, 2020 08:27 Oggetto: |
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Sto leggendo Bar Sport di Benni |
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| Inviato: Sab 11 Apr, 2020 12:38 Oggetto: |
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Miticooo |
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Tobanis
«Antinano»
Messaggi: 20999
Località: Padova
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| Inviato: Sab 11 Apr, 2020 13:36 Oggetto: |
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La Luisona!!! |
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| Inviato: Dom 12 Apr, 2020 07:58 Oggetto: |
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| Inviato: Mer 22 Apr, 2020 19:54 Oggetto: |
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Sto leggendo due bei libri:
Colorama, di Riccardo Falcinelli.
Prende un colore per capitolo e ne racconta la storia: un intreccio di arte, fisica, letteratura, chimica, psicologia, sociologia... Molto molto interessante e ben scritto. Mi sta piacendo parecchio.
Il Sistema Periodico, di Primo Levi.
E' uno di quei libri che si apprezzano su più livelli, qualsiasi sia il grado di amore per la Chimica. Se l'amore è inesistente, rimane un'opera di spessore scritta divinamente.
Ma se l'amore è viscerale, le riflessioni di Primo Levi le cogli nel profondo, le senti tue.
E poi "cloruro demonio" mi ha fatto troppo ridere. |
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